Storia della Sagra di Mordano

La pSagra di Mordanorima edizione nasce il 24 maggio 1981 ed era denominata "Festa provinciale giovani agricoltori". L'idea ebbe origine da un gruppo di agricoltori (ragazzi e signore del mondo agricolo) che volevano creare una festa campagnola nella quale non potevano mancare i cavalli. Quindi cavalli, pancetta, piadina e un po' di musica campagnola attrassero una folta presenza di pubblico, ma il successo della prima edizione fu la numerosa presenza di cavalli di tutte le razze: TPR (Tiro Pesante Rapido), Avelliniese, cavalli italiano, cavalli sportivi, ponnies e arabi.
Grande fu l'entusiasmo delle persone presenti, commossi nel vedere questi bellissimi esemplari. I più anziani ricordavano come il cavallo era il mezzo che aveva alleggerito l'uomo da tante fatiche. Il gruppo organizzatore fu entusiasta nel vedere tanta gente riunita all'interno di una festa; lo spirito della manifestazione doveva infatti essere lo "stare insieme". Il ricavato della prima edizione servì per organizzare serate tecniche e di informazioni agricole.
Visto il grande successo della prima edizione, nell'autunno del 1981 il gruppo che aveva creato due anni prima la locale sezione coltivatori diretti di Mordano e Bubano, andò deciso nell'organizzazione di una seconda edizione a maggio 1982. Questa volta la manifestazione venne chiamata "Festa dell'agricoltura". Visto il successo che ebbe il cavallo l'anno prima, si mise in programma una rassegna del cavallo agricolo ed una corsa dei ponnies al trotto. Ma la novità più grande fu la nascita del primo Palio dei Borghi del Comune di Mordano.


La corsa fu fatta montando i cavalli con la sella e i fantini erano locali (provenienti da Mordano, Imola, Faenza e Ravenna). La vittoria andò al bubanese Arcangeli Martini con il cavallo Ervisio, battendo per un niente il mordanese Luigi Gasparri. La giornata terminò con una sfilata di carri agricoli d'epoca completi di arredamento. Parte di questi carri furono tirati da cavalli e parte da mucche. Fu una forte emozione per i più giovani, che non avevano mai visto queste macchine e questo tipo di traino. Gli anziani, invece, andarono ad abbracciare le mucche, commossi nella riscoperta del proprio mestiere di un tempo, quando tutto si faceva con gli animali da lavoro; è importante rivivere i momenti del passato, perchè il passato aiuta a costruire il futuro, sè stessi e le proprie identità.
Non va dimenticato l'impegno delle cuoche mordansi, che certamente non si risparmiavano nel fare buoni tortelli e cappelletti. Anche nel 1982 andò tutto per il meglio e gli organizzatori, spinti dalla soddisfazione, si misero subito a lavorare al programma del 1983, scegliendo di ampliare la fiera del cavallo e ingrandire il Palio. Nel 1983 si iscrissero 36 cavalli e il premio per il vincitore fu di 5 milioni di lire. Il Palio fu corso "a pelo", cioè montando i cavalli senza la sella, come avviene al Palio di Siena.


Il successo di pubblico fu enorme e il ricavato fu destinato per la sistemazione dell'impianto elettrico nell'asilo parrocchiale di Mordano, che non era più a norma. Durante l'inverno del 1983, grazie alla collaborazione di esperti di storia di Mordano ed in particolare del maestro Gianni Piancastelli, si creò l'immagine dei 10 Borghi tra il vero e la fantasia (si tennero conto dei mestieri di quei borghi e delle varie chiese e conventi esistenti). Sotto la regia di sarte esperte, si cominciarono a creare vestiti del 1500, il periodo dei Conti Della Bordella. Vennero fatte le armature dei cavalieri, i costumi dell'epoca e varie attrezzature di un tempo.
Oggi il gruppo dei Rioni veste circa 170 figuranti che sfilano per le vie del paese prima del Palio dei Borghi. Va ricordato che nel Palio del 1984 arrivarono i primi fantini di Siena: Spillo e Canapino. Queste presenze portarono a far conoscere il Palio di Mordano anche al di fuori dell'Emilia Romagna e nel Palio del 1985 partecipò il famoso Andrea de Cortes, detto Aceto, vincitore di 14 edizioni del Palio di Siena.


I Conti della Bordella

Il nome della famiglia Della Bordella deriverebbe da quello di un nobile cavaliere francese, originario di Bordeaux, partito per le crociate al seguito di Giovanni di Brenne re di Gerusalemme e fermatosi a Mordano nella prima metà del XIII secolo. Le carte imolesi riportano la prima notizia di questa famiglia nella persona di Ugo Della Bordella cavaliere del Comune di Imola nel 1235. Nel 1312 i Della Bordella compaiono tra gli affiliati alla corporazione degli agricoltori. In seguito la famiglia intraprese la carriera notarile tanto che Bartolomeo Della Bordella risulterà essere l'avvocato del Comune nel 1334, ottenendo la gestione della redditizia gabella sul macinato nel 1336 e quella sulla vendita del sale nel 1337. Attorno alla metà del XIV secolo i Della Bordella erano diventati tanto ricchi da permettersi l'affitto del feudo di Mordano, ottenuto dal vescovo Carlo Alidosi in cambio di una quota di 300 lire annue. Successivamente il papa Innocenzo VI eleverà Mordano a contea ed i suoi feudatari alla dignità di conti.
I Conti Della Bordella, legati alla famiglia degli Alidosi, entreranno così a far parte dell'aristocrazia imolese. Si fecero costruire, nel 1478, un palazzo nella parrocchia di S. Maria dei Servi (il loro stemma è scolpito tra quello delle famiglie più importanti sul portale in arenaria, del 1505, della chiesa). In una scala a pianterreno di questo palazzo, ora sede del museo della resistenza, è ancora visibile l'affresco raffigurante il blasone della famiglia: un leone rampante color oro su fondo rosso. Sul finire del XIV secolo i Della Bordella fanno parte della società di S. Donato (di parte Ghibellina). Il loro nome sarà per alcuni secoli legato nel bene e nel male alle vicende politiche imolesi.
Il nome di un Della Bordella compare in un graffito datato 1412 inciso in una segreta della Rocca di Imola. L'ultimo erede della casata è Pier Luigi Della Bordella nato in Toscana a Stia in provincia di Arezzo nel 1934 dove è vissuto fino al 2002.


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